Da dove iniziare?



Prima di decidere quale argomento portare in tesina, non avevo mai parlato di musica moderna. E’ anzi una ‘fase’ della musica che ho scoperto recentemente. Il pianoforte, che suono da molti anni, mi ha avvicinato alla tecnica evanescente e impressionista di Debussy e di Ravel, mentre l’amore per il Jazz verso quel linguaggio musicale un po’ ribelle, così diverso dalle regole classiche.
Ma è stato soprattutto con lo studio a scuola di un periodo di grande cambiamento come quello dei primi del Novecento che mi sono accorta di come anche la musica è stata riflesso delle trasformazioni sociali, culturali, filosofiche al pari delle altre arti: è anzi proprio la frattura del linguaggio classico musicale e la sua progressiva evoluzione che ci permette oggi di apprezzare un Gershwin, una colonna sonora o la stessa ‘Sagra di Primavera’ di Stravinskij che gettò il pubblico in rivolta la sera della sua prima. Ho dunque voluto affrontare un periodo di passaggio fondamentale, un punto di rottura del linguaggio musicale, l’equivalente della comparsa dell’astrattismo in pittura. E’ un’analisi che inizia dal crollo della musica romantica, e che attraverso Debussy arriva ai massimi rappresentanti di quella che i critici musicali definiscono musica moderna: Schonberg e Stravinskij.

Da dove iniziare? 
Prima di tutto: cosa vuol dire musica moderna? Con questo termine si indica la musica colta composta nella prima metà del Novecento, ma il cui inizio si fa risalire alle opere tarde di Richard Wagner e alle nuove concezioni armoniche di Claude Debussy. La musica moderna vede il disgregarsi della base del linguaggio musicale utilizzato fino ad allora: il sistema tonale.